BUONA LETTURA IMPRENDITRICI!

“Dai tuoi occhi solamente” di Francesca Diotallevi il racconto della vita di Vivian Maier, la fotografa che ha rivoluzionato la fotografia in silenzio

La sua vita è la sua opera è rimasta sconosciuta fino quasi alla sua morte, fino a quando John Maloof, figlio di un rigattiere, nel 2007 acquista ad un asta un box che conteneva moltissimi negativi da sviluppare che pensava potessero servirgli per una ricerca che stava conducendo su Chicago.

Dopo aver stampato alcune di queste foto e averle condivise online, ebbero successo tale da indurlo a ricercare l’autrice di questi scatti, risalendo poi a Vivian.

Maloof ha svolto una grande attività di divulgazione della sua opera fotografica, organizzando mostre itineranti in gran parte del mondo. A raccontare la storia di Vivian Maier in modo imperdibile è Francesca Diotallevi nel suo romanzo “Dai tuoi occhi solamente” edito da Neri Pozza. La vita della fotografa bambinaia, una donna che ha scelto di non esporsi, di rimanere nell’ombra, di non presentarsi mai come artista, fino quando appunto è stata scoperta per caso poco prima della sua morte. La storia comincia a New York, 1954.

Lei, capelli corti, abito dal colletto tondo, ha ventotto anni, ha risposto a un’inserzione sul New York Herald Tribune. Cercavano una tata. Un lavoro giusto per lei. La affascina entrare nel loro mondo, diventare spettatrice dei loro piccoli drammi senza esserne partecipe, e osservare la recita, la pantomima della vita da cui soltanto i bambini le sembrano immuni. Il racconto della sua vita che si alterna su due piani temporali: il presente come bambinaia, presso la famiglia Warren e il suo passato di quando era bambina trascinata dalla madre da una casa all’altra, da un continente all’altro, non lasciandole la possibilità di affezionarsi ad un luogo.

Nel romanzo si rivive la solitudine di Vivian, la sua incapacità di creare legami e di come, l’unico gesto in cui si riconosceva era stringere al ventre la sua macchina fotografica per rubare gli istanti, i luoghi e le storie che le persone non sanno di vivere.

“Questi istanti li rubo. Custodisco le storie delle persone non sanno di vivere” scrive Francesca Diotallevi di Vivian Maier. Molto bello, traspare anche dal libro, è il suo rapporto con i bambini di come anche nelle sue foto riesce a cogliere la loro curiosità e spontaneità “Lavorando come tata ne ho conosciuti tanti, ho trascorso con i più piccoli ore felici. Forse perchè anche loro, come me, sanno essere curiosi e un pò indiscreti. Ho fatto mio il loro stupore di fronte al mondo”. Come le fotografie hanno bisogno della camera oscura per venire alla luce; Vivian Maier aveva bisogno della macchina fotografica per emergere trovare la sua luce.